Tariffe copywriting. Un bel problema in cui ci siamo ritrovati tutti, specie quando abbiamo mosso i primi passi in questo mondo. Ma anche dopo anni di duro lavoro e di esperienza, potrebbero esserci casi in cui abbiamo difficoltà a stabilire il prezzo del nostro lavoro. Andiamo a vedere quali sono le situazione tipiche che un web copywriter affronta quando si parla di tariffario e in che modo è possibile venire a capo della questione.
Svolgo questo lavoro da qualche anno e ti assicuro che ho avuto a che fare con tante persone e, per fortuna, con molte altre ho interrotto i rapporti sul nascere. Purtroppo, riuscire a far comprendere a qualcun altro che il nostro è un lavoro vero non è semplice. Ma sta a noi trovare il modo di trasferire ed inculcare questo messaggio. Per fortuna, ci sono anche tanti clienti rispettosi prima della persona e poi della professione e che, quantomeno, approcciano al discorso tariffario con maggiore elasticità mentale.
Indice
- Il tuo lavoro merita rispetto. Tu meriti rispetto!
- Il prezzo lo decidi tu!
- Le variabili per la determinazione del prezzo
- Come la mettiamo con le stop words?
- Altri fattori da tenere in considerazione
- Il tempo
- I costi di gestione della tua attività
- In quali casi il prezzo potresti non deciderlo tu
- Gli articoli di prova
- Conclusioni
Il tuo lavoro merita rispetto. Tu meriti rispetto!
Nelle mie prime esperienze di lavoro mi è capitato di proporre il mio profilo su diverse tipologie di siti di annunci, molti anche generici e non prettamente dedicati all’ambito professionale. Ogni tanto capitava che qualcuno mi scrivesse per proporre un progetto ed imporre sin da subito un tariffario. Ecco, questi sono i clienti che è meglio perdere che trovare. Ti mostro, in seguito, più o meno il messaggio che mi giunse da questa persona.
“Salve. Ho bisogno di 10 articoli per il mio nuovo blog. Lunghezza di ogni articolo circa 700 parole. Fondamentali qualità dei testi e scrittura in ottica SEO. Argomento giochi per bambini“. Fin qui, starai pensando, nulla di male. Beh, il messaggio conteneva già alcune informazioni importanti che permettevano di farsi un’idea del tipo di lavoro da svolgere. Peccato che abbia deciso di rovinare tutto con l’ultima frase: “Max 8 euro per articolo“.
A questo punto, ti starai chiedendo in che modo risposi al messaggio. In me vi era ormai la consapevolezza che non ci sarebbero stati i margini per una collaborazione con una persona del genere. Non è un discorso che riguarda soltanto il prezzo. È che proprio non posso accettare, se non in casi specifici che dopo ti elencherò, che sia un’altra persona a dare un valore al mio lavoro, senza possibilità di confronto e di dialogo.
Questa fu la mia risposta: “Salve, la ringrazio per avermi contattato. Purtroppo, non credo vi siano margini per una collaborazione. E’ lei ad avere bisogno di me e non posso accettare che sia lei a determinare il prezzo del mio lavoro“.
Il prezzo lo decidi tu!
Credo che a ognuno di noi sia capitato, almeno una volta nella vita, di avere l’esigenza di rivolgersi ad un freelance. Pensiamo ad un guasto elettrico. In casi del genere credo che chiunque si metta in contatto con un elettricista. Magari avrai il tuo elettricista di fiducia oppure chiederai informazioni a più professionisti per cercare di individuare innanzitutto una persona competente che sappia risolvere il tuo problema e che sia possibilmente conveniente nel rapporto qualità/prezzo. Fin qui, tutto bene. Non credo, però, che ti sia mai saltato in mente di dire all’elettricista: “Per questo lavoro ti posso offrire massimo 50 euro“.
Non lo fai perché non hai le competenze per stabilire con precisione il compenso che un’altra persona deve percepire. Sei stato tu a contattare lui, il prezzo lo fa lui. Punto e basta. A mio giudizio, sotto questo aspetto, non c’è molto da discutere.
Le variabili per la determinazione del prezzo
Attraverso un altro esempio descriverò le variabili da prendere in considerazione quando si parla di tariffe per servizi di copywriting. Questo è un tipico messaggio che, nei contenuti, ho ricevuto più volte da quando faccio questo lavoro: “Salve, io avrei bisogno di creare dei contenuti per un sito web di un’impresa che si occupa di ristrutturazioni immobiliari. Vorrei avere gentilmente al più presto un tariffario per avere un’idea dei costi per la stesura di tali contenuti. Grazie“.
Questo messaggio, rispetto al precedente, è molto più corretto sotto il profilo etico ma meno preciso dal punto di vista delle informazioni fornitemi. Ed è qui che deve entrare in gioco la tua capacità di far comprendere al tuo potenziale cliente che un tariffario da copywriter non può essere creato con un numero di informazioni così limitato.
È proprio quello che ho fatto presente a questa persona. Ho proceduto a descrivere le informazioni di cui avevo bisogno per la determinazione del mio compenso:
- Di quale tipologia di contenuti ha bisogno? Pagine del sito web o articoli per il blog?;
- Qualora si tratti di articoli per blog, gli argomenti da trattare mi verranno forniti o sarò io a doverli cercare?;
- Chi si occuperà del caricamento online dei testi?
- E’ necessario ottimizzare i testi in chiave SEO?
A queste domande il potenziale cliente ha risposto, punto su punto, senza battere ciglio, chiedendomi di stabilire un prezzo per ogni parola. E’ questo il metodo corretto per la determinazione del compenso? Dipende dai casi. Un copywriter che deve occuparsi di articoli per blog può anche farsi pagare stabilendo il prezzo “for word“. Un copywriter a cui viene chiesto di ideare il nome di un prodotto o di una nuova azienda o di creare il titolo di uno spot pubblicitario dovrà, giocoforza, adoperare un altro metodo.
Come la mettiamo con le stop words?
Molto spesso, quando si tratta di scrivere contenuti per blog, mi vengono fornite indicazioni di massima sul numero di parole che un articolo dovrebbe contenere. Il punto è che c’è qualcuno che inserisce una ulteriore variabile, legata alle stop words. Giusto o sbagliato? In linea generale, ritengo che per creare un testo coerente non si possa prescindere dall’utilizzo sia di parole contenuto (aggettivi, verbi, nomi) che di parole funzione (articoli, preposizioni, congiunzioni).
Su molti Marketplace, Melascrivi.com su tutti, è stata inserita una piattaforma di editing che non tiene conto delle stop words, ossia delle parole funzione. Credo che l’utilizzo di strumenti del genere non sempre sia utile, soprattutto perché contenuti più lunghi non automaticamente si traducono in contenuti di qualità migliore. Ad esempio, molti potrebbero raggiungere il numero di parole prestabilito creando frasi molto più lunghe, probabilmente a discapito della buona leggibilità di un testo pensato per il web.
In definitiva, dunque, come mi comporto quando mi parlano di stop words? Tendo a far comprendere che la qualità di un testo non si misura solo dal rapporto tra parole contenuto e stop words ma che ci sono molti altri aspetti ugualmente se non maggiormente importanti da tenere in considerazione (formattazione, capacità di sintesi e, allo stesso tempo, di approfondimento degli argomenti affrontati, coerenza del testo etc.).
Altri fattori da tenere in considerazione
Per stabilire un prezzo giusto per il tuo lavoro devi prendere in considerazione anche altri aspetti e porti alcune domande;
- Quanto tempo dovrai dedicare a questo progetto? Ti impegnerà per una settimana, per un mese, per un anno?
- Sarà un lavoro saltuario o continuativo?
Il tempo
Il fattore tempo è fondamentale per un libero professionista. Il tuo obiettivo è di ottenere il massimo da ogni collaborazione, portando avanti con successo i vari progetti in cui sei impegnato e cercando sempre di rispettare le scadenze.
Quando parlo di rispetto per la professione mi riferisco anche alla serietà del progetto che ti viene proposto. Ad esempio, se mi viene proposto un progetto di media-lunga durata, che può garantirmi introiti costanti nel tempo, sono ben disposto a prendere in considerazione l’idea di applicare un piccolo sconto sul compenso totale.
Se mi contatti perché hai bisogno di me una tantum, magari per un solo articolo, devi capire che non posso dedicarti alcuna attenzione sul prezzo perché tu non stai investendo in questa relazione professionale.
Forse ti sembrerò sin troppo cinico. Credo, però, che sia doveroso guardare la realtà per quella che è e trovare il modo di adattarsi a tante abitudini errate da parte di aziende o professionisti che fanno ancora fatica a comprendere cosa sia realmente il web marketing e cosa significhi affidarsi alle persone giuste.
I costi di gestione della tua attività
Inoltre, non puoi ignorare un altro aspetto importante. Se sei un freelance copywriter e operi con Partita Iva, sai bene quanto siano alti i costi di gestione, soprattutto in Italia. La tua maturità sta nel fare tesoro di tutte queste considerazioni e anche nel non accettare lavori che finiscono per calpestare la tua dignità.
Per carità, tutti abbiamo dovuto fare la gavetta. Non mi vergogno nell’ammettere di aver scritto articoli anche per 2 euro. Credo, però, che ad un certo punto ognuno debba trovare la propria strada e la propria dimensione in un mercato in cui la concorrenza sicuramente non manca ma in cui ci sono anche tante opportunità.
In quali casi il prezzo potresti non deciderlo tu
Ci sono casi in cui il prezzo del lavoro che devi svolgere non lo decidi tu? Teoricamente no, nella pratica sì. Mi spiego meglio. In linea generale, sei sempre tu ad avere l’ultima parola, anche quando il tariffario per il tuo copywriting non è stato predisposto da te. Certo è che è molto più facile provare ad imporre un prezzo se è qualcun altro a cercare te.
Se, invece, sei tu a rispondere ad un annuncio scritto da un’altra persona, magari su un portale verticale, potresti trovare sin da subito delle indicazioni sul budget che l’azienda o il professionista ha intenzione di mettere a disposizione. Inoltre, devi considerare che in questi casi dovrai, con molta probabilità, contenderti l’assegnazione del progetto con altri professionisti.
Gli articoli di prova
Nei casi in cui ti ho appena esposto potrebbero accadere due cose. Ti potrebbe essere chiesto di mostrare il tuo portfolio, ossia un documento che ospita alcuni dei tuoi lavori di cui ti occupi o che hai svolto in passato. In alternativa o, insieme al portfolio, ti potrebbero chiedere di realizzare un articolo di prova.
Nella maggior parte dei casi, l’articolo di prova è gratuito oppure l’azienda può decidere di retribuire solo l’articolo ritenuto migliore in quanto quel contenuto verrebbe, quasi sicuramente, utilizzato e pubblicato sul blog aziendale.
In ogni caso, come comportarti quando ti chiedono un articolo di prova? Il mio consiglio è di scriverlo solo se ritieni il progetto interessante e se hai percepito serietà dall’altra parte. Purtroppo, alcune aziende chiedono, spesso, articoli di prova proponendo progetti che, nella realtà, non esistono e, dunque, non selezionando alcun copywriter ma facendo ugualmente uso del materiale prodotto. Si tratta di un comportamento davvero deplorevole e che andrebbe condannato anche in altre sedi oltre che sotto il profilo etico.
Ti consiglio, quindi, di stare alla larga da coloro che ti chiedono di scrivere più di un articolo di prova. Se sei un professionista navigato come prova dovrebbe già bastare il tuo curriculum, i lavori che hai già svolto, le tue referenze. Magari, meglio lavorare di più su te stesso per fare in modo che, quando ti proponi per un progetto, abbia già molte carte su cui puntare oltre all’articolo di prova.
Conclusioni
Come abbiamo visto, quello delle tariffe del copywriter freelance rientra in un discorso molto più ampio che ho cercato di approfondire in questo articolo. Nel mio sito web non troverai un tariffario perché, come ho provato a spiegarti, ogni progetto o richiesta tende ad essere diversa da un altro e perché le variabili da considerare sono davvero molte.
Mi piace che il cliente mi descriva il suo progetto, possibilmente nei minimi dettagli, e amo instaurare un dialogo sincero con la controparte. Non amo approcciare al tariffario come ad un qualcosa di preimpostato e prestabilito. Ciò che io vendo è un servizio dalle ampie sfaccettature ed è giusto considerare tutte queste sfaccettature, nel rispetto di me stesso, dei miei colleghi, della professione e, ovviamente, del cliente stesso.
In definitiva, credo che ognuno di noi debba continuamente porsi delle domande sulle proprie capacità professionali e, al contempo, darsi risposte sincere. Se credi nelle tue capacità e se anche gli altri te le riconoscono, se investi tempo e risorse nella formazione e rispetti sempre gli impegni professionali, non hai nulla da temere e sicuramente avrai le carte in regola per fare strada ed ottenere i successi che meriti.
Sono un Copywriter Freelance e Consulente SEO. Aiuto le aziende a raggiungere i loro target attraverso testi di qualità, sia sui canali digitali che tradizionali, ma soprattutto sui motori di ricerca.
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