La SEO Audit è il processo di verifica dei risultati ottenuti in seguito alle attività SEO svolte all’interno o all’esterno di un sito web. Serve, dunque, ad ottenere un bilancio dello stato dell’arte del progetto SEO che stai seguendo.
Indice
- Strumenti di analisi SEO
- Controllo dello stato di indicizzazione
- Il File Robots.txt
- La Sitemap
- La velocità di caricamento delle pagine del sito
- URL redirect, pagine 404 e contenuti duplicati
- Cache del browser
- Contenuti indicizzati
- Protocollo Https
- Ottimizzazione Url
- Breadcrumbs
- Link interni
- Dati strutturati
- Audit Off Site
Strumenti di analisi SEO
Andiamo a vedere quali sono gli aspetti da monitorare e gli strumenti utilizzabili per un’analisi SEO completa di un sito.
Controllo dello stato di indicizzazione
Una delle prime cose che bisogna fare quando si analizza un SEO è controllare se e quali pagine del sito sono state indicizzate da Google. Per fare ciò è possibile utilizzare un semplice comando su Google. Basta infatti scrivere “site:nomesito” per scoprire quali pagine il noto motore di ricerca ha indicizzato.
Il File Robots.txt
Molto importante è anche il file robots.txt. Si tratta di un file di testo che è composto da stringhe specifiche per la comunicazione tra siti web e motori di ricerca. Infatti, i browser utilizzano i cosiddetti robot per fare la scansione di tutte le pagine di un sito web. Scrivere un file robots.txt in maniera corretta può, ad esempio, evitare che i motori di ricerca indicizzino pagine che ritieni non rilevanti per il tuo sito web.
Il file robots.txt si compone di una sintassi abbastanza semplice. Nella prima riga troviamo sempre questa stringa:
User-agent: *
Tale dicitura è utilizzata per assegnare un nome al robot che avrà il compito di scansionare il sito web. Nella seconda riga si impiega, invece, la stringa “Disallow” con la quale dai al motore di ricerca un preciso comando, ossia quello di non controllare determinate pagine del tuo sito web.
A questo punto ti starai chiedendo: come faccio a controllare il robots.txt del mio sito? Dove lo trovo? Ti basta andare sulla Search Console di Google ed utilizzare l’apposito strumento “Texter“. Effettuando il test puoi verificare se ci sono errori, ossia se una specifica riga di robots.txt blocca una determinata risorsa presente sul tuo sito.
Ci sono casi in cui Google o un altro motore di ricerca viene intenzionalmente bloccato. Se, ad esempio, il tuo sito web è in fase di progettazione non è da considerare errata la scelta di impedire a Google di scansionare una particolare Url.
La Sitemap
Molto importante è, poi, la Sitemap. E’ semplicemente una mappa del sito che va inviata a Google per aiutare il browser a capire come è strutturato il tuo sito web. Se ci sono difformità tra il numero di pagine del sito e il numero di pagine presenti in Sitemap potrebbe esserci qualche problema. Se fai uso del CMS WordPress puoi inviare una sitemap attraverso il plugin Yoast e andare, poi, a completare l’operazione sempre su Google Search Console. Di solito, l’aggiornamento della sitemap avviene in automatico. Su Search Console, comunque, è possibile aggiornare la Sitemap ogni volta che sul tuo sito vengono generati nuovi contenuti e, dunque, nuove Url.
La velocità di caricamento delle pagine del sito
Uno dei fattori da tenere sotto controllo nell’ambito della SEO Audit concerne la velocità di caricamento di un sito, sia lato Desktop che Mobile. Anche in questo caso ci viene incontro il buon Google, grazie allo strumento PageSpeed Insights. In alternativa, o insieme allo strumento di Google, ti consiglio di utilizzare anche Gtmetrix.com, il quale, oltre ai dati di Google, inserisce anche quelli provenienti da Yahoo. Un’alta velocità di caricamento può favorire un aumento delle conversioni o, comunque, una migliore user experience. Tali tool permettono di comprendere su quali aspetti intervenire per migliorare la velocità del sito (ottimizzare le immagini, ad esempio).
URL redirect, pagine 404 e contenuti duplicati
Chi analizza le performance SEO di un sito deve fare attenzione anche ad elementi come i reindirizzamenti e le pagine 404. Un reindirizzamento, o meglio una URL Redirect, può essere utile in molte situazioni, ad esempio quando una URL è stata aggiornata ed è necessario fare in modo che gli utenti accedano all’indirizzo corretto della pagina.
La pagina 404 è una pagina del tuo sito web che non esiste. Si può pervenire ad una pagina 404 attraverso una URL errata o anche tramite una ricerca che non ha prodotto risultati all’interno del sito stesso. Progettare bene una pagina 404 può servire ad evitare che l’utente abbandoni immediatamente il sito.
Occhio anche ai contenuti duplicati. Se presenti possono causare gravi problemi sia all’indicizzazione iniziale ma anche al posizionamento.
Leggi anche: come fare l’audit dei contenuti.
Cache del browser
La cache del browser permette di non sovraccaricare il server e fa sì che quando un utente accede ad una pagina che ha già visitato almeno una volta, le risorse non vengano scaricate dal server. In questo modo, la velocità di caricamento del sito diminuisce. Dunque, è importante impostare la cache del browser in modo tale da ridurre i tempi di caricamento delle pagine di un sito.
Contenuti indicizzati
Risolti eventuali problemi con file Robots.txt e con la Sitemap, Google dovrebbe avere pieno accesso a tutte le pagine del sito web. Svolto questo lavoro, tramite Search Console, puoi vedere quali contenuti sono stati indicizzati da Google. Attraverso la sezione “Stato dell’indicizzazione” è possibile verificare quante pagine sono state indicizzate. Se il numero di pagine indicizzate è uguale al numero totale di pagine presenti sul sito (escludendo quelle appositamente non indicizzate) allora vuol dire che sei stato davvero bravo!
Protocollo Https
Tra i fattori che contribuiscono a determinare il posizionamento delle pagine sui motori di ricerca c’è, da qualche mese, il protocollo Https. L’adozione di questo protocollo rende maggiormente sicuri i siti web. Chi ha un sito web con protocollo Http dovrebbe agire in fretta per adeguare il proprio sito web e dotarlo del nuovo certificato di sicurezza.
Oltre alla dicitura Htpps, i siti che dispongono di questo protocollo sono riconoscibili anche dal simbolo del lucchetto, visibile proprio prima della URL. Ricordo che, nel momento in cui c’è da effettuare il passaggio dal vecchio al nuovo protocollo, è necessario avviare la procedura di reindirizzamento 301.
Ottimizzazione Url
Un importante fattore di ottimizzazione On site, da utilizzare anche nella fase di Audit SEO, è l’ottimizzazione URL. Avere una Url ottimizzata, in linea con il contenuto della pagina, può aiutare Google a comprendere l’argomento trattato senza troppe difficoltà. A livello SEO, una URL ottimizzata non dovrebbe contenere molte parole e dovrebbe essere focalizzata attorno alla keyword principale dell’articolo.
Se utilizzi WordPress puoi impostare, a seconda dei tuoi gusti e delle tue necessità, la Url, scegliendo tra diverse strutture. Io, di solito, opto per la struttura “Nome articolo“, del tipo https://nomesito/come-fare-seo/. Puoi scegliere anche una struttura personalizzata.
Breadcrumbs
Passiamo, ora, alle famose “briciole di pane”. Avere un sito web con le breadcrumbs attive è utile non soltanto a Google ma anche ai propri utenti. Le breadcrumbs permettono a chi visita il sito di essere sempre a conoscenza del luogo virtuale in cui ci si trova e di avere a portata di click/touch la possibilità di tornare al punto di partenza, solitamente la home page o la sezione a cui quella determinata pagina o articolo appartiene.
Le breadcrumbs non vanno, comunque, confuse con i menù di navigazione, né possono sostituirsi ad essi. Anche in questo caso, per chi utilizza WordPress, il plugin Yoast rende molto agevole l’integrazione delle breadcrumbs nel sito.
Link interni
I link interni, secondo anche le direttive impartite da Google, non contribuiscono in maniera diretta al miglioramento del posizionamento. Eppure, creare una buona struttura di link interni è, comunque, importante per migliorare la qualità di navigazione e fornire ulteriori contenuti di approfondimento agli utenti. Se effettui un lavoro di controllo dei link interni dovresti concentrarti su quei collegamenti interrotti, i quali, di conseguenza, confluiscono in una pagina di errore, e i redirection.
Dati strutturati
Chiudiamo l’analisi dei fattori on site da valutare ai fini dell’attività di Audit Seo con i dati strutturati. Quando presenti, i dati strutturati consentono di accedere già dalla schermata del motore di ricerca alla pagina a cui sei interessato. Spesso, infatti, questi dati compaiono già in SERP. Per impostare correttamente i dati strutturati tutti gli esperti consigliano di utilizzare Schema.org.
Torna in auge, sull’argomento, anche Google che mette a disposizione uno strumento per analizzare i dati strutturati presenti in un sito web. Il tool è molto semplice. Basta inserire l’URL a cui si è interessati e far partire il test.
Audit Off Site
Tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora si riferisce fondamentalmente ad aspetti interni al sito e a quella che, spesso, viene definita ottimizzazione on site. Nell’analisi di un sito web, però, c’è una parte altrettanto importante che riguarda i fattori esterni al sito, la link building su tutti.
Per svolgere bene questa fase è consigliato l’utilizzo di appositi tool, anche a pagamento, che facilitano e velocizzano l’analisi di diversi siti web. Si tratta, infatti, di andare a monitorare i link provenienti dall’esterno, verificando, per ogni fonte, la qualità dei contenuti che ospita, la pertinenza del link, la reputazione del sito, i link che quel sito riceve. Strumenti come SeoZoom possono fornire un grosso aiuto per questa fase di Audit altrettanto importante.

Sono un Copywriter Freelance e Consulente SEO. Aiuto le aziende a raggiungere i loro target attraverso testi di qualità, sia sui canali digitali che tradizionali, ma soprattutto sui motori di ricerca.
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